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iMed: misurare il nostro corpo
Nonostante la medicina abbia conosciuto un progresso spettacolare nell’ultimo secolo, la nostra capacità di predire lo stato di salute di un soggetto a sei mesi di distanza da un check-up è pressoché nulla. A parte casi chiarissimi, infatti, non abbiamo nessuna idea di come misurare in modo oggettivo la nostra salute psico-fisica e predire i possibili cambiamenti.

Una delle nostre più profonde convinzioni è che prolungare la vita umana richieda innanzitutto un metodo di misura in grado di rappresentare le reali probabilità di morte nel tempo di un dato soggetto, con tutte le sue peculiarità. Fatto questo, potremo dunque studiare per ogni singola persona cosa nell’ambiente, nello stile di vita, nella salute mentale aumenta o diminuisce le probabilità di morte.

La nostra speranza è che i prossimi sviluppi di genetica e nanoscienze ci condurranno a una estensione difficilmente quantificabile della vita umana. Ma senza un indice della nostra efficienza, nemmeno la scoperta dell’elisir dell’eterna giovinezza potrebbe garantirci le risorse necessarie a combattere indefinitamente la malattia e l’invecchiamento.

Per un approfondimento sullo stato di avanzamento e sulla struttura scientifica e tecnologica del progetto si vedano i dettagli nel relativo documento di presentazione.